Eritropoietina: nessun beneficio come terapia coadiuvante al intervento coronarico percutaneo nei pazienti con infarto STEMI
Uno studio randomizzato e controllato ha mostrato che alte dosi di Eritropoietina non hanno effetto sulle dimensioni dell'infarto miocardico quando somministrate come terapia aggiuntiva all'intervento coronarico percutaneo primario ( PCI ), e possono anche essere dannose.
Nonostante i recenti progressi nella pratica dell’intervento coronarico percutaneo, la morbilità e la mortalità nei pazienti con infarto del miocardio con sopraslivellamento del segmento ST ( STEMI ) rimangono significative.
Ciò può essere dovuto, in parte, alla presenza di danno da riperfusione miocardica, un fenomeno che induce ulteriore morte dei cardiomiociti.
Pertanto, ai nuovi farmaci cardioprotettivi in grado di ridurre il danno miocardico da riperfusione letale è richiesto di limitare le dimensioni dell'infarto miocardico, preservare la funzione cardiaca e migliorare i risultati clinici.
Un farmaco con tale potenziale, Eritropoietina, sembra esercitare effetti pleiotropici al di là dell’emopoiesi, che comprendono sia neuroprotezione che cardioprotezione.
Infatti, la somministrazione di alte dosi di Eritropoietina al momento della riperfusione è stata riportata in modelli animali per ridurre le dimensioni dell'infarto miocardico di circa il 50%.
Per verificare se ciò può essere trasferito in ambito umano, è stato effettuato uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, che ha coinvolto 51 pazienti con infarto STEMI, sottoposti a procedura PCI primaria.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Eritropoeitina ( 50.000 UI ) in un unico bolo endovenoso prima del intervento coronarico percutaneo, con un bolo ulteriore dato 24 ore più tardi ( n=26 ), o placebo ( n=25 ).
Le dimensioni dell’infarto miocardico sono state misurate mediante il calcolo dell'area sotto la curva della troponina T a 24 ore e con risonanza magnetica cardiaca il giorno 2 e a 4 mesi.
Si è notato che il trattamento con Eritropoietina non è riuscito a ridurre le dimensioni dell’infarto miocardico ( area sotto la curva di troponina T di 114.7 mg/ml con Eritropoietina vs 100.9 mg/ml con placebo; dimensioni dell'infarto alla risonanza magnetica di 33.616 g con Eritropoietina vs 25.616 g con placebo ).
Inaspettatamente, il trattamento con Eritropoietina ha raddoppiato l'incidenza di ostruzione microvascolare ( 82% Eritropoietina vs 47% placebo ) e ha aumentato in modo significativo in volume diastolico finale indicizzato del ventricolo sinistro ( 84.610 ml/m2 Eritropoietina vs 73.613 ml/m2 placebo ).
A 4 mesi, non sono state osservate differenze significative tra i gruppi.
La discordanza tra gli studi clinici e pre-clinici potrebbe essere spiegata da stati proinfiammatori e protrombotici associati ad un infarto miocardico nei pazienti di mezza età con patologie concomitanti come diabete mellito, dislipidemia e ipertensione.
Queste condizioni non sono facilmente riproducibili sperimentalmente in modelli animali giovani, di piccola-media taglia e liberi da malattia. ( Xagena2011 )
Fonte: Heart, 2011
Cardio2011 Farma2011
Indietro
Altri articoli
Bivalirudina versus Eparina durante intervento coronarico percutaneo nell’infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST
Il profilo beneficio-rischio della Bivalirudina ( Angiox ) rispetto alla terapia anticoagulante con Eparina nei pazienti con infarto miocardico senza...
Guida con tomografia a coerenza ottica o angiografia per intervento coronarico percutaneo nelle lesioni complesse della biforcazione
L'intervento coronarico percutaneo ( PCI ) guidato dall'imaging è associato a esiti clinici migliori rispetto all’intervento coronarico percutaneo guidato dall'angiografia....
Intervento coronarico percutaneo completo o solo della lesione colpevole nei pazienti anziani con infarto miocardico
Il beneficio della rivascolarizzazione completa nei pazienti più anziani ( 75 anni di età e oltre ) con infarto miocardico...
STREAM-2: Tenecteplase a mezza dose o intervento coronarico percutaneo primario nei pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST
Le linee guida per l'infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) raccomandano un trattamento farmaco-invasivo se l'intervento...
Doppia terapia antipiastrinica dopo intervento coronarico percutaneo: stent in polimero biodegradabile o durevole nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento
Sono disponibili informazioni limitate sull’efficacia comparativa e sulla sicurezza delle diverse piattaforme di stent nei pazienti ad alto rischio di...
Terapia con riduzione della dose di Prasugrel dopo intervento coronarico percutaneo complesso nei pazienti con sindrome coronarica acuta: analisi post hoc dello studio HOST-REDUCE-POLYTECH-ACS
La de-escalation della doppia terapia antipiastrinica attraverso la riduzione della dose di Prasugrel ( Efient ) ha migliorato gli eventi...
Apixaban o Warfarin e Aspirina o placebo dopo sindrome coronarica acuta o intervento coronarico percutaneo nei pazienti con fibrillazione atriale e precedente ictus: analisi post hoc dello studio AUGUSTUS
I dati sono limitati per quanto riguarda il rischio di eventi ischemici cerebrovascolari e sanguinamento maggiore nei pazienti con fibrillazione...
Effetti a lungo termine della monoterapia con inibitore P2Y12 dopo intervento coronarico percutaneo: follow-up a 3 anni dello studio clinico SMART-CHOICE
Sebbene la monoterapia con inibitore P2Y12 dopo un periodo minimo di doppia terapia antipiastrinica ( DAPT ) sia un modo...
Bivalirudina più un'infusione ad alte dosi rispetto alla monoterapia con Eparina nei pazienti con infarto miocardico STEMI sottoposti a intervento coronarico percutaneo primario
Precedenti studi randomizzati di Bivalirudina ( Angiox ) versus Eparina nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST...
Associazione tra bypass coronarico e intervento coronarico percutaneo con declino della memoria negli anziani sottoposti a rivascolarizzazione coronarica
Non è chiaro se il bypass coronarico ( CABG ) sia associato a declino cognitivo negli anziani rispetto a un...